La parola del Vescovo
CHIAMATI DA CRISTO RISORTO A COSTRUIRE IL REGNO DI DIO NEGLI AMBIENTI
Grazie di avermi invitato questa sera a darvi una mia riflessione in preparazione del vostro trentennale programmato per il 3 giugno prossimo.
Ho notato, con mia grande gioia, che avete organizzato la preparazione del vostro trentennale invitando addirittura tre vescovi, compreso me, a sviluppare tre temi di carattere spirituale e costruttivo.
Ringrazio ognuno di voi per la partecipazione a questo incontro e vi esorto a fare della ricorrenza del trentennale, un tempo di rinnovato impegno di santità di vita e di apostolato. Possano questi tre incontri rafforzare davvero la vostra fede ed il vostro impegno apostolico.
Mi unisco con gioia al vostro rendimento di grazie al Signore per quanto Egli ha compiuto in questi trent’anni nella nostra Chiesa Diocesana attraverso i Cursillos di Cristianità.
Il tema di questo incontro "Chiamati da Cristo Risorto a costruire il Regno di Dio negli ambienti” afferma lo sforzo di riproporre con entusiasmo Cristo agli uomini ed alle donne del ventunesimo secolo nei vari ambienti di vita.
Infatti, il metodo del Cursillo si prefigge di contribuire a cambiare in senso cristiano gli ambienti dove le persone vivono ed operano, attraverso l'inserimento di "uomini nuovi", resi tali dall'incontro con Cristo.
A questo obiettivo tendono i tre giorni del "piccolo corso" di cristianità, durante i quali un'équipe di sacerdoti e di laici, sostenuti dalla preghiera e dall'offerta di sacrifici degli altri appartenenti al Movimento e di tante altre persone, comunica le verità fondamentali della fede cristiana, in maniera "vivenziale".
L'annuncio di Cristo, così proposto, apre i partecipanti al cursillo al dono della conversione, ad una più viva coscienza del Battesimo ricevuto ed alla propria missione nella Chiesa.
I partecipanti ad un Cursillo, si sentono chiamati ad essere "lievito" profetico, che si impasta con la farina perché tutta si fermenti (cfr Mt 13, 33), "sale della terra" e "luce del mondo" (Mt 5, 13-14) per annunciare a quanti incontreranno, che solo in Gesù Cristo c'è salvezza (At 4, 12) e "solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo" (Gaudium et spes, 22).
Nella Spagna degli anni Quaranta si osservava che i cristiani erano sempre meno consapevoli del proprio Battesimo e che il “peso” della Verità cristiana negli ambienti e nella cultura era sempre meno rilevante.
Ci si prefisse allora di trovare uno strumento capace di far prendere coscienza ai cristiani del Battesimo ricevuto e di immetterli nei loro ambienti di vita con una vera consapevolezza di fede.
Questo strumento fu il Cursillo di Cristianità, che ha come scopo immediato la conversione battesimale dei partecipanti e come finalità fondamentale l’evangelizzazione degli ambienti.
Questa finalità del Cursillo è ancora oggi attualissima: nel matrimonio e nella famiglia, nel campo economico e politico, nel mondo della scuola e della cultura, nello stesso settore del tempo libero i modelli di pensiero e di comportamento sono tante volte ispirati al raggiungimento del piacere immediato o dell’utile conseguito col minimo sforzo, e si fondano su una concezione di libertà fortemente individualistica, che contrasta col senso di fraternità e di responsabilità suggeritoci dal Vangelo.
La cosa peggiore è che per la ricerca di senso della propria esistenza gli uomini spesso non si rivolgono più alla Chiesa e alla fede cristiana, ma volgono lo sguardo altrove, cercando le risposte alle loro inquietudini, in filosofie orientali o in pratiche occulte ovvero rifugiandosi nell’effimero.
La vita di molti uomini del nostro tempo appare così segnata da un profondo vuoto esistenziale: “è la mediocrità che avanza, il calcolo egoistico che prende il posto della generosità, l’abitudine ripetitiva e vuota che sostituisce la fedeltà vissuta come continua novità del cuore e della vita”.
Di fronte a questa situazione è facile farsi prendere dallo scoraggiamento e dalla rassegnazione: atteggiamenti, questi, che inducono al disimpegno, facendo sembrare impossibile l’opera di evangelizzazione di questo mondo.
Tutti i tentativi di portare il Vangelo dentro certi ambienti appaiono inutili e inducono, talora, ad una sorta di lamentoso piagnisteo, che arriva a colpire un certo numero di operatori pastorali, inducendoli a vivere la loro pur solerte opera in modo problematico.
Probabilmente si fa fatica a “leggere” gli insuccessi apostolici e le difficoltà pastorali nell’ottica della Croce, che riesce a trasformare dall’interno il fallimento in successo e a ridare speranza anche di fronte alle situazioni apparentemente più oscure.
La nostra forza si fonda sul mistero pasquale di Cristo, che fa risplendere la potenza dell’Amore di Dio: un Amore Crocifisso, che assume su di sé tutti i dolori dell’umanità e tutti i peccati, vincendoli con la forza della mitezza, della misericordia, della bontà.
Dio è forte perché sulla Croce ha manifestato la “debolezza” di un Amore che sa chinarsi sulle miserie dell’uomo. Dio è potente, perché nel suo Figlio, “consegnato alla morte per noi” (cfr. Rom 8,32), ha pagato Lui, una volta per tutte, il prezzo del nostro riscatto e ci ha restituito una vita nuova: la vita dei redenti, di coloro che in Cristo sono “risorti” e si incamminano con speranza verso l’eternità beata.(…)
“La parola della croce è stoltezza per quelli cha vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio. Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini. Considerate infatti la vostra chiamata, fratelli: non ci sono tra voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili. Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio” (1 Cor 1, 18.25-29).
Si può constatare che queste parole dell’Apostolo Paolo si attuano in ogni Cursillo che viene celebrato. L’esperienza dei tre giorni del “piccolo corso”, infatti, si risolve quasi sempre in una meravigliosa scoperta del Volto di Cristo Risorto, vincitore del peccato e della morte, presente realmente nell’Eucaristia, capace di ridare speranza alla vita di ogni uomo e di risollevarla dalla mediocrità in cui spesso era precipitata.
Al Cursillo Dio chiama spesso coloro che vengono considerati stolti, deboli e disprezzati per far comprendere a ciascuno di loro quanto sia grande il suo amore per ogni uomo e, come la sua Grazia, possa trasformare profondamente in positivo anche l’esistenza più mediocre.
Uomini nuovi sono coloro i quali si incontrano a tu per tu con Cristo nei tre giorni del Cursillo.
Il Papa San Giovanni Paolo II, in occasione del Giubileo del 2000 disse a questo proposito, che gli AMBIENTI si evangelizzano “attraverso l'inserimento di ‘uomini nuovi’, resi tali dall'incontro con Cristo”.
Il mondo si cambia solo dall’interno, facendo inserire dentro gli ambienti uomini capaci di agire secondo la logica evangelica. E’ la logica del “lievito”, che si inserisce dentro la farina impastata ed è capace di fermentarla tutta (cfr. Lc 13,21); è la logica del “piccolo granello di senapa”, che quando viene seminato è il più piccolo dei semi della terra, ma, una volta cresciuto, diviene un grande albero (cfr. Mc 4,31; Lc 13,19).
Anche il piccolo granello di senapa del “Cursillo di Cristianità” seminato nella nostra Diocesi trent’anni fa è diventato un grande albero che ha portato frutti abbondanti nel cuore di ciascuno e nel cuore di Cristo.
Adesso, attraverso i Cursillos dovete cercare di continuare ad immettere nelle strutture di questo mondo persone rinnovate dalla Grazia, che testimoniano il Vangelo e plasmano un clima nuovo negli ambienti: un clima caratterizzato dall’amore, dalla lealtà, dalla giustizia.
Probabilmente sarà difficile che tutte le persone di un ambiente agiscano in modo evangelico, ma basterà la testimonianza autentica di un piccolo gruppo per “contagiare” gli altri e modificare in senso cristiano la cultura di quell’ambiente.
Come dicevo prima, il “piccolo seme” è diventato un grande albero e può essere paragonato al Regno di Dio.
“Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa perchè la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga” (Mc 4,26-28). Noi agiamo nella consolante speranza di Colui che ha detto: “Abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!” (Gv 16, 33).
Il vostro impegno di evangelizzazione va fondato sulla preghiera e sulla vita in grazia. Il che significa che le intendenze di preghiere e sacrifici vanno fatti sempre, in tutti i momenti della vita del Movimento: “Tenendo conto che la Grazia è assolutamente necessaria ad ogni Movimento ecclesiale.
La comunione profonda con Dio, ottenuta attraverso la preghiera, i sacrifici, i sacramenti e la meditazione della Parola, caratterizzerà tutti i momenti di preparazione del Cursillo:
· quello dello studio e selezione degli ambienti su cui Il MCC deve porre un’efficacia speciale;
· quello della ricerca, selezione e preparazione delle persone più influenti degli stessi ambienti;
· quello della preparazione dell’équipe dei responsabili, che con umiltà darà testimonianza, ai futuri evangelizzatori, del suo impegno costante per la costruzione del Regno di Dio.
Prima della celebrazione di un Cursillo bisogna cominciare a pregare e a sacrificarsi per le persone che stiamo cercando di evangelizzare e di convincerle a fare l’esperienza dei tre giorni durante i quali sarà approfondito il “fondamentale Cristiano”.
Come sappiamo, il fondamentale cristiano è CRISTO, il Figlio di Dio”. Di conseguenza l’annuncio kerygmatico dei tre giorni del Cursillo mette in luce soprattutto:
- Gesù, Signore e Salvatore dell’uomo;
- la Grazia, nella quale si realizza ogni conversione e ogni incontro con Dio;
- la fede, intesa come la libera risposta a Dio che si rivela come Amore;
- la Chiesa, che è il sacramento universale di salvezza;
- i Sacramenti, attraverso i quali Dio comunica la salvezza.
Sono queste, dunque, le verità fondamentali della nostra fede, quelle più necessarie per vivere autenticamente il proprio essere cristiani. Queste verità vengono comunicate al Cursillo in modo “vivenziale”, ossia agganciato strettamente alla viva esperienza della persona.
L’annuncio fatto al Cursillo non è puramente teorico o astratto, ma esprime i convincimenti profondi della persona che lo fa ed il suo sforzo costante di calarlo nella propria esistenza.
Il rollista (relatore) trasmette certamente una verità dottrinale, ma lo fa in modo vivenziale, mettendo in evidenza che la verità proclamata é penetrata a fondo nella sua vita, cambiandola dall’interno e adeguandola sempre più ai valori proposti da Cristo.
La parola proclamata nel rollo é la stessa Parola di Dio vissuta nel proprio quotidiano. Essa è perciò una Parola meditata, pregata, fatta fruttificare nel silenzio della contemplazione e nell’operosità dell’azione apostolica.
E’ Parola studiata, approfondita, eppure non costruita artificialmente. Parola coinvolgente, fascinosa, interpellante, capace di suscitare una risposta negli ascoltatori.
I rollisti (relatori) non sono dei “professionisti”, ma “coloro che, in un modo o nell’altro, hanno risposto alla chiamata del Signore Gesù”. Essi si sforzano, con la Grazia di Dio, di vivere in modo conforme al Vangelo, dimostrando che gli insegnamenti di Gesù non sono utopici, ma possono essere calati nella propria vita.
La missione degli aderenti al Cursillo di Cristianità non è isolabile da quella dell’intera compagine ecclesiale, ma anzi favorisce il dialogo e la collaborazione con tutte le altre AGGREGAZIONI ECCLESIALI e con le strutture di base dell’azione missionaria della Chiesa, che sono le parrocchie.
Valorizzando il proprio carisma, che è quello dell’evangelizzazione degli ambienti, i membri del Cursillo di cristianità si impegnano a collaborare con tutti i cristiani, in modo da essere “segno per il mondo e forza di attrazione che conduce a credere in Cristo”. L’autentica evangelizzazione di un ambiente, d’altronde, non potrebbe avvenire senza la testimonianza di unità e la collaborazione di tutti i cristiani presenti in esso.
Comunione all’interno del Movimento e comunione con tutta la Chiesa costituiscono perciò la vera forza dell’azione evangelizzatrice del Cursillo. Si tratta di una forza che, pur esigendo il vostro personale impegno, non può che venire dall’Alto: dallo Spirito di unità e di amore, che a Pentecoste è stato effuso su tutta la Chiesa, consentendo a tutti di comprendersi, pur continuando ciascuno a parlare la sua lingua (cf. At 2,1-11).
Oggi, più che mai, non serve a nessuno un cristianesimo annacquato! Spesso alla fede cristiana si rimprovera che nulla avrebbe da dire al mondo di oggi!
Ma, interroghiamoci seriamente: “E’ la fede cristiana che nulla ha da dire alla nostra società, o piuttosto la testimonianza di quanti si dicono praticanti che non dice nulla all'uomo di oggi?”
Voi che siete chiamati da Cristo Risorto a costruire il Regno di Dio negli ambienti dovete sforzarvi per far risplendere davanti agli uomini la luce delle opere buone, del bene che vince il male, mostrando davvero la bellezza della vita toccata dall'azione di Dio.
Non potete lasciare a se stesso nessun ambiente compreso quello di coloro che amministrano la cosa pubblica, cercando di eliminare le inadempienze, promuovendo e servendo il bene comune.
Nessuno può chiudere gli occhi sull'immobilismo politico e amministrativo delle Istituzioni, nei confronti delle quali purtroppo, continua a crescere il malcontento popolare e pericolosamente un clima di rabbia e di aggressività.
Dobbiamo avere l'onestà di guardare a 360 gradi la realtà, cominciando da noi stessi. È inammissibile, dal punto di vista cittadino e cristiano, delegare sempre ad altri la responsabilità del bene da farsi, come se questo non ci toccasse in prima persona, a livello del singolo come dell'intera società.
Una sempre più crescente perdita di valori a tutti i livelli, deve interpellarci Un cattivo processo di scristianizzazione, sul quale il Sommo Pontefice si è a lungo soffermato più volte, vorrebbe eliminare Dio da tutti gli ambiti vitali della nostra società, relegandolo nelle scelte personali e private che poco o nulla hanno a che vedere con il mondo che ci circonda.
Come cristiani non possiamo gettare la spugna. Non possiamo arrenderci dinanzi a certi ragionamenti che fanno della nostra fede un anestetico personale.
Non possiamo pensare che un vero cristiano sia cristiano solo quando sta in chiesa o quando tratta le sue cose private. Un cristiano è e deve essere cristiano sempre, a testa alta, nel privato come nel pubblico.
Non possiamo defilarci né delegare: abbiamo una missione da compiere. La vera dignità di un cristiano è quella di operare il bene nella realtà in cui vive!
Il cuore nuovo, di carne, che Dio vuole donare ad ognuno di noi è il vero principio che deve impegnarci nella costruzione del Regno di Dio in mezzo agli uomini, un Regno che fermenta solo se è presente il lievito di ciascuno.
(Acquarica del Capo 11 maggio 2017)
Mons. Vito Angiuli
Vescovo della Diocesi di Ugento – S.M. di Leuca